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Gare e calendari
 


 

4 Agosto 2016


Intervista a Toni Bou

 
 
 
 

Era il 2006 quando durante la stagione Toni Bou, giovane pilota catalano della Beta, fu indicato come nuovo acquisto della Montesa.

Vincitore di alcune prove del mondiale nell'ultima stagione con Beta chiuse al quinto posto.

A Torino l'ultima apparizione in sella alla moto fiorentina  a pochi giorni dal Natale.

Nemmeno 15 giorni e Bou vinse in sella ad una moto ipertecnologica ma mai protagonista nelle gare indoor.

 
 

Una vittoria che diede inizio ad una “dittatura”: in sella alla Montesa Repsol Bou iniziò a collezionare titoli e  nel 2016, dopo la conquista del titolo numero 10 al coperto, è ormai pronto per la doppia cifra anche nell'outdoor.

Toni Bou e Montesa sono la coppia uomo-mezzo che ha conquistato più titoli iridati della storia del motociclismo.

Poco importa se cambia il regolamento, se il terreno è secco o umido, da dieci stagioni  l'albo d'oro è un copia e incolla.

 
 

Lo abbiamo intervistato a Chiomonte dove ha partecipato come ospite alla terza prova del Campionato Italiano Indoor.

Toni sei a Chiomonte per l’unica tua apparizione in Italia su ostacoli indoor del 2016, cosa ti ha portato ad essere qui oggi?

“Sono molto amico con Gianluca Tournour e con la sua famiglia.

Partecipare alle gare in Italia mi piace molto, lo scorso anno ero stato invitato all’esibizione che Gianluca aveva organizzato e non avendo impegni a calendario sono venuto nuovamente a Chiomonte.”

 
 

Quest’anno come da un decennio a questa parte sei ancora leader incontrastato del mondiale trial nonostante un problema alla spalla, come stai risolvendo questo problema fisico?

“La spalla ha dato molto fastidio soprattutto il primo mese, mi sono fatto male una settimana prima della gara che ha aperto il mondiale outdoor e a Cal Rosal ed in Giappone è stato abbastanza difficile gareggiare.

La situazione poi è migliorata molto lavorando con i medici che mi hanno seguito.  Abbiamo fatto un lavoro “bestiale” e devo ringraziarli.

Ora riesco ad essere al 95% della forma e questo mi permette di stare bene e guidare in scioltezza.”

 
 

Il decimo titolo outdoor è ormai alle porte, quando farai vincere qualche altro pilota?

“Non lo so!

Io lavoro ogni giorno per vincere e sono molto contento di questa stagione, arriviamo alla gara finale con un bel vantaggio, non so dove arriverò ma mi piace questo sport, mi diverto allenandomi giorno dopo giorno, cercando di migliorarmi anno dopo anno!”

 
 

Tu vinci con regolamenti diversi, no stop, indoor con fermata…in Italia vige un regolamento molto permissivo, cosa ne pensi di un regolamento semplificato come quello italiano?

“A me piace molto la formula studiata per il campionato spagnolo, affrontare le dodici zone per due volte consecutivamente, una soluzione che riduce il tempo di gara, visto che il trasferimento lo affrontiamo una sola volta.

Corriamo in una categoria dove partecipano solo una decina di piloti, credo sia positivo per il pubblico, per lo spettacolo, puoi arretrare, toccare la fettuccia senza però incrociare la traiettoria ed è comunque facile da far capire al pubblico.”

 
 

In precedenti interviste con Jeroni Fajardo e Jordi Prat si è parlato dei problemi a praticare il trial in Spagna; il problema interessa anche voi piloti impegnati nel mondiale.

“Io ora abito ad Andorra e non ho problemi ad allenarmi.

In Catalunya è come in molte zone d’Italia, vi è un problema molto importante a praticare il trial ed i piloti non sono contenti e anche gli appassionati che vogliono comprare la moto spesso rinunciano per evitare di incorrere in multe.”

 
 

Tu invece ora ti alleni a Naturlandia.

“Si ora mi alleno a Naturlandia, è un mio sponsor, d’inverno posso girare in una zona indoor che mi hanno allestito e questo è molto importante per fare una preparazione intensa per le gare artificiali dove il trial è molto diverso da quelle che sono le gare outdoor e questo richiede un cambio di tecnica di guida molto importante.”

 
 

Il cannibale non è stanco di vincere e, vedendo piloti come Cabestany, Fujinami che a 36 anni partecipano e vincono ancora nel mondiale, probabilmente la striscia di titoli si allungherà, sempre su una ruota sola!

 
 
 

























 
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