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13 Marzo 2018
Quando la passione...
Daniele Maurino, venticinque anni da pilota e dopo il ritiro?
intervista
Lo scorso ottobre a Spoleto sul suo viso erano apparse le lacrime alla fine della zona 10.
Dopo venticinque anni di gare Daniele Maurino aveva deciso di terminare la carriera di pilota, scelta influenzata anche dagli infortuni occorsogli nelle ultime stagioni.
“Mi sarebbe piaciuto smettere con una buona stagione e nel 2017 ho preso questa decisione.”
Annata terminata con un ottimo quarto posto dietro a piloti molto più giovani quali Grattarola, Petrella e Tournour.
Daniele ad ottobre hai chiuso la tua carriera da pilota, cosa fai oggi dopo anni di allenamenti e gare?
“Da un po’ di tempo ho iniziato a seguire i ragazzi del Team Rabino, inoltre sto facendo diverse scuola di trial ed enduro per adulti e bambini, la cosa mi sta dando buone soddisfazioni in entrambe le specialità.
Sto aspettando di iniziare il corso in polizia per passare dal ruolo di atleta a quello di agente della stradale, nel frattempo seguo tre volte alla settimana i ragazzi del team Rabino Sport, mentre nei weekend mi tengo disponibile per corsi privati, sia di trial che di Enduro.”
Nello specifico un enduro volto verso l’estremo.
“Assolutamente si! Lo specifico sempre perché è su questo che ho esperienza.
Agli allievi posso trasmettere le mie conoscenze in situazioni estreme, spiegando come superare ostacoli anche di tipo trialistico.
Inoltre parteciperò anche in questa stagione, ad alcune gare di campionato estremo dove con un minimo allenamento riesco ad inserirmi nelle prime posizioni.”
Alla Due giorni della Brianza ti abbiamo visto per la prima volta in versione ex pilota, quali emozioni hai provato?
“Avendo lavorato con la federazione per diversi anni non era una novità quella di assistere i giovani, sicuramente adesso è un po’ diverso visto che non lo alternerò più alle gare.
Seguendo Carlo Alberto Rabino sto proseguendo un percorso che è iniziato fin da quando era piccolo.
Inizialmente dovevo seguirlo solo in allenamento, poi il discorso si è allargato anche alle gare dove sarei stato presente ma fuori dalla zona.”
Il vostro debutto è avvenuto alla Brianza.
“Mi è piaciuto molto essere alla Brianza e devo dire che abbiamo instaurato un buon feeling.
Carlo Alberto ascolta molto i miei consigli, dobbiamo capire se è un pregio o meno…
Se gli dò i consigli giusti tutto va bene ma se sbaglio succede un casino (ridendo).
Al campionato italiano lo seguirò io, mentre al mondiale ad assisterlo ci sarà Marco Bosio, il mio fidato seguidores delle scorse stagioni.”
Ma in famiglia Rabino i piloti sono due, più Nicholas che ha meno di cinque anni e imita i fratelli.
“Sta crescendo anche Andrea Sofia, ha molta passione e crediamo che se proseguirà su questa strada potrà in futuro diventare una brava trialista, sia in campo nazionale che internazionale.
Con Andrea sono previsti due appuntamenti la settimana.”
Ma non vuoi limitarti a questo stai anche lavorando ad un progetto per la diffusione del trial.
“Si Beta ha affidato a diverse concessionarie e scuole dei mezzi e tra questi anche la Rabino Sport.
Con Roberto Rabino vogliamo portare il trial tra i giovani, organizzando eventi presso le scuole perché vi è moltissimo lavoro da fare e seguendo questa strada si può ridare vita al trial.
Un bambino che si appassiona poi coinvolge la famiglia e così si crea quel trend positivo che permette di ripartire con le vendite di moto usate, abbigliamento e quant’altro.
L’idea è quella di creare un calendario di appuntamenti per dare continuità al progetto che, prevede anche delle moto di 50, 80 e 125 cc, inoltre i mezzi saranno inoltre disponibili a noleggio e se a breve, come sembra, sarà autorizzata un’area a Pinerolo, si potrà dare una sede anche alla scuola."
Torniamo a te.
Hai sfiorato più volte il titolo tricolore ma non sei mai riuscito a dare la zampata vincente, molti indicano nella tua maggior fragilità psicologica la causa, qual è il sassolino nella scarpa della tua carriera?
“Sicuramente il titolo outdoor 2006, ho buttato al vento un bel vantaggio!
Perdevo perché soffrivo la pressione nelle sfide contro Lenzi!
Ma devo dire che anche Matteo Grattarola all’inizio della sua carriera nella TR1 ha subito la forza di Fabio nelle gare di campionato italiano.
L’esperienza e il fare gruppo insieme al team sono stati molto importanti per Fabio e lui ha sempre tratto una grande carica in gara da questo.
Probabilmente oggi con l’esperienza maturata non avrei fatto certi errori e soprattutto a volte il seguire le traiettorie degli altri –come un caprone – (e ride) è stato un errore.”
Una tesi che possiamo confermare, infatti negli ultimi anni ha a volte reinterpretato passaggi in modo molto personale, ad esempio a Marradi nel 2016 dove saltò da un cubo ad un altro e solo Adam Raga provo… dopo averci ragionato per bene.
Ci mancheranno certi suoi passaggi al campionato italiano, traiettorie possibili solo per Daniele Maurino.