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Fabio Larceri

Gare e calendari
 


 

12 Maggio 2016


Intervista a Fabio Larceri, il trial di oggi ed il suo futuro
vice presidente Federazione Motociclistica italiana

 
 
 
 

Nascere nella valle attraversata dalla SS 45 che collega Piacenza alla Liguria, probabilmente ti porterà ad appassionarti alle moto.

Quella direttrice è frequentata dagli appassionati delle supersportive ma, funge anche da trasferimento a fondo valle per gli enduristi che, vedono in Bobbio la loro base di partenza.

 
 

Fabio Larceri vicepresidente della Federazione Motocliclistica Italiana abita in questo borgo e da sempre ha coltivato la passione delle moto, attività che lo ha portato prima a creare un team enduro e successivamente ad entrare nel direttivo FMI.

A Spoleto lo abbiamo incontrato mentre di ritorno da Roma ha fatto visita al circus del trial, un’occasione per parlare del nuovo regolamento 2016 oggetto di numerose critiche sui social network.

 
 

Fabio Larceri una stagione, la 2016, che presenta ulteriori modifiche al regolamento in vigore fino al 2014 e che si discosta completamente da quello che utilizzato nel mondiale.

Cosa ha portato la Federazione Motociclistica Italiana ad optare per un regolamento di questo tipo?

“Facciamo un piccolo passo indietro, il regolamento non è un regolamento nuovo ma è il vecchio semplificato.

Lo abbiamo semplificato per un motivo molto semplice.

Facendo un ragionamento siamo giunti a questa conclusione : Un neofita che vuole avvicinarsi al mondo del trial e prova a partecipare ad una manifestazione se, alla prima zona entra e fa cinque, fa altrettanto alla seconda e così alla terza, alla gara successiva non si ripresenta e magari inizia a praticare uno sport come l’enduro o il motocross, perché bene o male, andando piano il percorso o il giro di pista riesce a concluderlo.

Questo ha portato alla conclusione che era poco “appetibile” il non permettere a tutti di poter finire la manifestazione.

Dopo questa esperienza il pilota non può arrivare a fine giornata e pensare che il trial non può far parte del suo bagaglio sportivo ma, deve avere la possibilità di trarre le sue conclusioni che, lo possono portare ad appassionarsi e presentarsi alla gara successiva oppure scegliere altre strade.

Il neofita  alla prima partecipazione se ha la possibilità di finire la gara, magari dopo aver “pedalato in zona ” ed aver collezionato moltissime penalità, deve rimanere almeno la soddisfatto per aver concluso la giornata."

 
 

“Questo regolamento però sappiamo che si scontra contro i puristi della specialità ai quali non piace questo trial, ma questo a me ed alla federazione, in questo momento, poco interessa.

A tutti dovrebbe interessare, invece, creare le condizioni per avere un avvicinamento di più persone al trial e al mondo dell’attività sportiva in generale.

Se viene a mancare la possibilità di avvicinarsi al trial, gli organizzatori si lamentano che i partecipanti alle gare sono pochi e con queste condizioni viene a mancare quella base economica che permette di sostenere l’organizzazione delle manifestazioni.

Conseguentemente  vi è un calo generale che va a toccare anche le vendite delle moto.

Quella della Federazione Motocliclistica Italiana è stata una modifica abbastanza provocatoria che avevamo già preannunciato nei primi mesi del 2015, quando dissi alla riunione con gli organizzatori delle prove del Campionato Italiano che, per quella stagione era stata fatta un’importante semplificazione, ma che sarebbe continuata perché bisognava andare in una certa direzione."

 
 

“Quello che mi fa un po’ specie è quella che durante l’anno nessuno ha mai detto nulla, si aspetta sempre che la FMI facciail primo passo, salvo poi dire che non va bene quello che è stato fatto, ma mai dalle case, i team o i motoclub è arrivata una potenziale soluzione da poter discutere.

Stiamo andando nella direzione di semplificare l’approccio alle gare a tutti i partecipanti, nelle ultime due stagioni abbiamo messo in campo molte risorse a sostegno dell’attività del trial, soprattutto a livello territoriale.

In tutte le gare di campionato regionale il commissario non è pagato dai motoclub ma la spesa è a carico della federazione; è permesso, sempre nelle gare territoriali , agli appassionati in possesso della tessera di un motoclub (la member) di provare il percorso di gara (attraverso la formula Stop & Hop), senza  una classifica e punteggio permettendo così di capire la disciplina.

Abbiamo lavorato per aprire tutte le porte e facilitare l’approccio al trial."

 
 

“Ricordo una riunione in occasione del Trofeo delle Regioni del 2013 fatta con i motoclub e gli organizzatori.

L’unica richiesta fatta, fu quella di eliminare il direttore di gara e il commissario pensando di contenere i costi visto il calo di partecipanti, senza pensare di attuare un sistema che incentivasse la partecipazione.

E’ chiaro che la Federazione non può scendere sotto certi standard minimi, certi aspetti sono regolamentati da leggi dello stato, il direttore di gara è il responsabile della manifestazione e la legge prevede questa figura.

E’ chiaro che possiamo lavorare per ridurre i costi ma l’assicurazione è obbligatoria, il medico e l’ambulanza anche…

Partendo da questo ragionamento atto a semplificare l’ingresso di nuovi appassionati alla pratica del trial agonistico, è stato impostato il regolamento, con queste soluzioni non siamo certi di aver risolto i problemi, può essere che non li risolveremo,ma abbiamo cercato di dare una scossa che deve portare a fare le valutazioni conseguenti e a fine stagione, prenderemo atto di quello che è avvenuto e sono qui a Spoleto per verificare le soluzioni attuate.”

 
 

“Devo dire che ho trovato un ambiente splendido, tranquillo, disponibile che si è reso conto d quello che si sta facendo.

Questo probabilmente non sarà un trial bello ma, alla Federazione, interessa che vi sia una crescita di partecipazione e questa è una delle possibili direttrici che possono portare a raggiungere questo traguardo, sicuramente ce ne saranno altre certamente migliori e siamo aperti ad ascoltare e valutare eventuali proposte in incontri dedicati.”

 
 

Passiamo ora al regolamento in atto nel mondiale che come ben sappiamo è molto distante da quello italiano.

“E’ vero che siamo molto distanti da quello che è il regolamento del mondiale ed europeo ma, in questa fase, il trial italiano ha bisogno di guardare al proprio interno perché deve riuscire ad uscire da queste sabbie mobili.

Per quel che concerne il regolamento internazionale, possiamo fare tutto un altro ragionamento inerente alle condizioni per le quali quella formula non viene applicata in Italia ma neanche in Spagna, Francia ed Inghilterra.

A mio avviso la gestione di questi regolamenti non è stata fatta in maniera intelligente da parte dell’internazionale, credo che sarebbe stato giusto interfacciarsi con le varie federazioni nazionali  ed attori del mondo del Trial, comprese le case al completo, perché non tutte sono intervenute, cercando di capire le varie realtà del trial all’interno delle singole nazioni.

Vedo il cambio regolamentare del no stop una novità molto importante che porta ad un cambio di mentalità, questo va ad incidere sulle generazioni che attualmente praticano il trial.

Un cambiamento di tendenza  difficile da attuare in poco tempo, quindi se si vuole applicare bisogna introdurlo gradualmente, attraverso dei percorsi di metabolizzazione da parte delle varie nazioni, anche passando attraverso i regolamenti che attualmente stanno applicando."

 
 

“La federazione internazionale sta guardando con attenzione il nostro regolamento e lo svolgimento dell’attività e ci ha chiesto di tenerli informati sui risultati ottenuti, perché potrebbe essere interessante e magari si potrebbe modificare il regolamento mondiale prendendo spunto anche dall’esperienza fatta in Italia.

Un tavolo di discussione che ci permetta di avere tutte le nazioni che hanno esperienze diverse di trial, cercando di integrarle con le indicazioni che la FIM , è la strada migliore per trovare una soluzione che possa andar bene a tutti, è chiaro che questo necessita di impegno, tempo  e soprattutto la volontà di ascoltare da parte dei vari attori.”

Non sappiamo come finirà questa storia ma, la stagione 2016 ha visto un aumento di licenziati, un risultato che fa bene ad uno sport che negli anni ottanta e novanta segnava numeri da record.

 
 
 

























 
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