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Innovation Trial

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21 Dicembre 2018


Innovation trial
Le innovazioni tecniche che le moto da trial hanno introdotto nel modo delle due ruote

 
 

Il trial è la disciplina motociclistica più particolare, i mezzi sono studiati per affrontare ostacoli a prima vista insuperabili, i campioni in sella riescono ad inventarsi di anno in anno nuove tecniche e soluzioni per alzare l’asticella e la tecnologia va avanti per assecondare le loro esigenze.

In questo articolo vogliamo parlare delle innovazioni che il trial ha portato nel fuoristrada andate poi sulle moto di serie o rimaste allo stato prototipale.

 
 

Una delle soluzioni più curiose fu quella della Merlin che negli anni 80, presentò e mise in produzione una moto dotata di ruote a razze utilizzata dal tre volte iridato Eddy Lejeune.

 
 

Nel 1984 invece iniziarono i primi test per la Gas Gas con un modello dotato di scarico inserito nel telaio, un prototipo ubicato all’ingresso dello stabilimento attuale, dov’è stato allestito un museo permanente con i mezzi più significativi della casa spagnola.

 
 

Nel 1989 Aprilia lanciò la prima moto da trial di serie over 50 cc raffreddata a liquido (Fantic nel 1986 mise a catalogo il modello 50 cc con circolazione acqua forzata) e dotata di forcelle rovesciate, soluzione quest’ultima abbandonata da tutti i costruttori qualche anno dopo in favore di quella tradizionale, capace di garantire un maggior angolo di sterzo.

 
 

Prototipo lanciato in occasione del gp d’Italia del 14 Maggio 1989 al Ciocco, la Beta Zero rappresentò il primo modello di moto fuoristrada di serie dotato di telaio in alluminio (nel cross Honda lo introdusse nel 1997), inoltre la casa fiorentina pensò di inserire il carburante all’interno dei travi, scelta che a distanza di quasi vent’anni è ancora una caratteristica delle moto made in Rignano.

 
 

Fantic con la K Roo del 1991 introdusse la soluzione del radiatore protetto.

Per fare questo lo inserì nel telaio sopra il cilindro, adottando oltre alla ventola, anche un fanale con paratie per incanalare l’aria verso il radiatore.

Questa soluzione rimase in produzione per quattro anni, successivamente anche la casa di Barzago scelse di sistemare il radiatore davanti al motore come tutti i competitor.

 
 

I primi anni 90 videro anche test con forcelloni monobraccio da parte di Beta e Montesa.

 
 

Gas Gas nel 1993 fu la prima casa impegnata nel fuoristrada a dotare di frizione con comando idraulico il modello in vendita dai concessionari, questa soluzione permise di rendere ancora più performante ed efficace un componente che nel trial viene stressato notevolmente.

 
 

Tradizionalmente dotate di canne cromate, nel 1993 sui mezzi ufficiali furono introdotte forcelle con canne color oro, il trattamento superficiale permetteva di migliorare la scorrevolezza aumentando la sensibilità.

Dopo anni di test, nel 1996 arrivarono ad equipaggiare le forcelle in commercio con trattamenti color oro o nero.

 
 

Il 1993 vide anche il lancio del prototipo Montesa Cota 314 (1994 e 1995 in vendita), la prima moto dotata di motore Honda che lanciò nel fuoristrada la soluzione della doppia mappatura, questo permetteva di personalizzare la risposta del motore, semplicemente sostituendo un connettore.

 
 

Nel 2001 Gas Gas allestì un prototipo caratterizzato da un propulsore a sei rapporti ma con solo quattro coppie di ingranaggi, questa soluzione permise di ottenere un motore molto compatto grazie anche alla frizione a tre dischi a diaframma.

 
 

Nell’estate del 2004 invece le attenzioni degli appassionati si spostarono verso la Montesa che, presentò la 4RT, la prima moto dotata di iniezione elettronica capace di creare la corrente per avviare il propulsore (a 4 tempi), agendo semplicemente sulla leva d’avviamento.

Una vera rivoluzione che anni dopo diventò uno standard nelle altre discipline fuoristrada.

 
 

Ossa invece stupì ad Eicma 2009 creando un modello trial a due tempi con iniezione battery less , dotato di cambio estraibile, cilindro ruotato indietro (soluzione scelta da Yamaha nel motocross), sistemando il radiatore tra il serbatoio (posizionato nelle bretelle che sostengono il propulsore nella parte anteriore) ed il cilindro.

 
 

Vertigo invece ha aperto la strada ad un’elettronica ancora più spinta.

La moto catalana presente sul mercato dall’autunno del 2015 ha lanciato soluzioni con ben 4 mappature selezionabili, ognuna con soluzioni specifiche per ogni rapporto (24 mappe caricate).

Il trial è un piccolo mondo ma come insegna la storia spesso precursore dei tempi, chissà cosa ci riserverà il futuro.

 

























 
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