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Japan coppi locca

Gare e calendari
 


 

14 Maggio 2013


In viaggio...
Filippo Locca e Davide Coppi a Motegi


Quale sarà il punto di vista del pilota e quello dell'assistente riguardo una gara del mondiale?

Saranno simili o divergenti?

Per avere la risposta leggete questa duplice intervista.

 
 
 
 
 
 

Filippo Locca - il pilota

Dopo una marea di ore di volo siamo giunti a destinazione stanchissimi ed appena saliti sul bus destinazione Motegi, l'accompagnatrice ci ha comunicato che il viaggio sarebbe durato tre ore, fortunatamente mi sono addormentato ritrovandomi a destinazione senza accorgercene.

Dopo esserci sistemati in albergo siamo scesi nei box dove dopo aver ritirato le moto nel box dell'importatore giapponese di Beta ci siamo dedicati al montaggio dei pezzi portati dall'Italia, terminato il tutto il letto ha rappresentato il nostro obbiettivo per la serata.

Giovedì mattina museo Honda e nel pomeriggio primo allenamento in un area di sole di pietre, che poco aveva in comune con la gara visto che le zone poi presentavano molti passaggi su terra con pietre riportate.

Mi ha impressionato il fatto di vedere piloti come Bou e Raga affrontare zone difficili ma alla nostra portata, il tutto legato alla preparazione per la gara da affrontare con il no stop, impressione in negativo che è durata poche ore visto che nelle giornate di gara le zone erano molto più impegnative.

Il venerdì dopo le operazioni preliminari un nuovo allenamento e visita alle zone con pioggia finale dove sia io che Davide ci siamo bagnati per bene visto che entrambi avevamo dimenticato il k way.

Sabato mattina a seguito del maltempo le zone sono state semplificate per nostra fortuna, ma convinto che le sezioni fossero molto impegnative non sono partito con la giusta convinzione.

Correre con la formula no stop è più impegnativo perchè devi prestare particolare attenzione al momento in cui stai per sbagliare, anticipando l'errore, situazione che con la fermata concessa riesci a recuperare, mentre al mondiale devi pensare di salvarti magari posando un piede per mantenere la dinamicità, ragionando anche su come utilizzarlo al meglio per evitare di ritrovarti subito dopo in un altra situazione critica, nel mio caso poi non essendo abituato a spingere la moto mi trovo maggiormente in difficoltà, il correre poi con regolamenti diversi rende poi tutto più impegnativo e così in settimana devi allenarti con il regolamento che troverai nella gara successiva.

Le zone di gara le ho superate tutte senza problemi, devo solo entrare nella mentalità no stop e poi tutto diventerà più semplice.

Il seguidores assume un importanza minore visto che non deve più consigliare su spostamenti ed altro, però in casi come la zona 4 deve correre per seguire il pilota nei vari passaggi e quindi un ragazzo giovane è sicuramente avvantaggiato, tanto più che se le zone sono sempre lunghe come in questo caso l'assistente rischia di arrivare a fine gara stremato.

Del giappone mi è piaciuto moltissimo la “pazzia” dei giapponesi, riguardo al modo di ragionare, di tracciare la gara, la cura maniacale di tutto, i sei giudici per ogni zona con una pre zona inserita all'interno di questa, un giudice che fermava tutti i piloti, questo poi faceva entrare in un ampia area nella quale il pilota si sistemava prima del via.

Hanno creato in un area poco propensa al trial zone bellissime portando pietre di diverso tipo ottenendo un risultato inimmaginabile!

Mi sono adattato anche al cibo, hanno gusti strani, la pasta è dolce ma non posso dire di aver trovato qualcosa di negativo.

Il fuso orario l'ha patito sicuramente più Davide, forse per via dell'aereo dove ha patito le turbolenze, la sera fai fatica ad addormentarti ed al mattino non ti alzeresti mai, però arrivando il mercoledì abbiamo avuto tempo per adattarci.

Davide Coppi - l'assistente

L'avventura giapponese è partita martedì mattina alle 8:15 con appuntamento a casa mia direzione Aeroporto di Malpensa, il mio battesimo del volo è stato interminabile con scalo in Danimarca (2 ore) e successivamente Giappone (10), cui è seguito il trasferimento al circuito di Motegi con un bus di altre due ore e mezza (l'arrivo per via del fuso è avvenuto il mercoledì mattina).

La prima giornata è passata nei box a preparare le moto mentre fuori pioveva, montando i particolari speciali portati da casa come l'ammortizzatore posteriore, mentre per il motore ici siamo limitati esclusivamente ad una taratura della carburazione al montaggio di una testa speciale e la centralina visto che con il no stop il motore di serie (Beta Evo factory 2013) garantisce già ottime performance, terminato il lavoro ci siamo diretti in albergo dove siamo subito corsi a letto cadendo in un sonno profondo.

Il giovedì mattina visita al museo Honda mentre nel pomeriggio siamo andati ad allenarci così come il venerdì mattina prima delle operazioni preliminari, nel pomeriggio visita alle zone con interesse maggiore rispetto al solito visto il debutto del no stop.

Sabato e Domenica invece ho corso come un matto visto che nel mondiale 2013 il ruolo del seguidores è ridotto e si limita a seguire ed assistere il pilota nei passaggi più impegnativi.

Il mangiare è completamente diverso e devo dire che è il particolare che ho apprezzato meno, purtroppo siamo rimasti sempre all'interno dell'autodromo e quindi non posso esprimere un giudizio completo, l'autodromo è strepitoso, nulla è lasciato al caso, i giudici non troppo fiscali ma nemmeno permissivi, equi nel giudizio sia con noi che con gli altri piloti, forse con i piloti della world hanno usato un metro un po' più morbido anche in virtù delle zone.

Utilizzare il box che ospita i campioni della moto Gp è bellissimo, non credo che vi  sia gara meglio strutturata di questa, un organizzazione incredibile, fin maniacali.

Le zone credo che presentino un livello più basso rispetto a prima, cadere in un cinque con il no stop è molto più facile e credo sia penalizzante per il pilota non potersi fermare, per me bisognerebbe penalizzare la fermata con un uno, soprattutto in casi come quello di Motegi dove con la pioggia scivolare e non superare gradini di modeste dimensioni non era cosa rara, tant'è che anche piloti di alto livello hanno fatto errori banali.

Filippo ad esempio alla zona 4 dove era passato a zero, nella tornata successiva per la chiusura dello sterzo si è fermato un attimo e subito è fioccato il 5, punti pesanti pensando che era a zero.

Il fuso orario l'ho sicuramente patito più io, con il mal di testa perenne con sabato e domenica dove ho fatto colazione con l'aulin per essere in forma per la gara, mal di testa che è scomparso durante il viaggio di ritorno.

 
 

Due punti di vista diversi ma con molti punti in comune ed un immagine giovane ed allegra di un viaggio dall'altra parte del mondo.

 

























 
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