Jordi Prat - INFOTRIAL

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Jordi Prat

Gare e calendari
 


 

20 Luglio 2016


Intervista a Jordi Prat, Coordinatore Trial della Federazione Spagnola
"Semplifichiamo il trial per renderlo più visibile e di facile comprensione"
e il metodo per crescere i campioni spagnoli"

 
 
 
 

Santo Stefano d’Aveto, campionato italiano trial.

Nel paddock oltre ai mezzi dei team è presente anche la struttura mobile della Federazione Spagnola con tre giovani piloti al via.
Un occasione per fare una chiacchierata con i dirigenti RFME di trial e confrontare due realtà federali, quella italiana e spagnola che vedono da alcune stagioni uno scambio di opinioni ed idee per risollevare le sorti del nostro sport.
Domenica durante la gara abbiamo chiacchierato con Jordi Prat, il coordinatore trial Spagnolo e Albert Solè.

 
 

Jordi siete a Santo Stefano d’Aveto per partecipare ad una gara di Campionato Italiano, mentre normalmente sono i piloti italiani a venire in Spagna a correre nel vostro campionato, quali le motivazioni che vi hanno portato a questa scelta?

“Da un paio d’anni si parlava di venire in Italia per partecipare ad una gara del vostro campionato con la FMI, Luciano Bonaria della SPEA e Sergio Parodi.
Questo fine settimana non vi erano in programma prove di Campionato Spagnolo o altre gare ed eccoci qui.”

 
 

Quali le tue impressioni su questa gara e sul regolamento italiano che differisce in parte da quello in vigore in Spagna?

“Per quel che riguarda la gara questa è una prova speciale visto che, si corre su due giorni con tutte le classi, dai giovani ai più esperti in zona.
La gara è piaciuta, non ci sono stati problemi di code, la gente si diverte, vi sono diversi livelli di trialisti, compresi i bambini e l’ho vista come una festa del trial.
Questa è la strada che dobbiamo seguire, utilizzando una vetrina come un campionato nazionale per riunire gli appassionati, mi piace questo regolamento.
Alcune cose ho dovuto capirle e l’unica cosa che non mi piace è la possibilità di incrociare, ma tutto il resto è ok.
Per me va molto bene quanto fatto dalla Federazione Motociclistica Italiana che, ha portato il regolamento fino ad un punto estremo dove è permesso molto.
Questo permetterà poi di valutare se l’esperienza è stata o meno positiva e fare gli affinamenti del caso.
Lasciare al pilota la possibilità di fare trial dentro la zona, rendere meno complicato il lavoro per il giudice che passa anche otto, nove ore in cima ad una montagna…
Se rendiamo le cose semplici permettiamo allo spettatore di capire cosa fa il pilota, che deve salire su un ostacolo, si ferma in equilibrio prima di fare il passaggio…
Non è comprensibile per lo spettatore il fatto che il pilota prenda 5 perché si è fermato!
Lo spettatore si chiede –ma perché è cinque? E’ salito sull’ostacolo, non è caduto o sceso dalla moto.. E’ difficile spiegare che il regolamento vieta la fermata!”

 
 

Da quanto dici potremmo dire che il tuo pensiero è: Semplifichiamo il trial per renderlo più visibile e di facile comprensione?

“Sicuramente!
L’importante che vi sia una zona dove il pubblico può osservare il pilota che affronta una serie di ostacoli, aiutandosi anche con l’appoggio del piede.”

Da quello che stai dicendo il no stop non piace alla federazione spagnola!

“Sicuramente non piace a noi!
Il no stop è un’invenzione che prima non esisteva!
In Scozia si praticava ma perché non ci si poteva fermare con le moto di una volta.
Perché se vi fosse stata la possibilità di fermarsi, i piloti lo avrebbero fatto!
Questo è il passato ora dobbiamo guardare al futuro, osserviamo cosa fanno i ragazzi di dieci anni!
Hanno il telefonino, sono moderni non possiamo avere una mentalità degli anni 60 nel ventunesimo secolo!
Dobbiamo aprire la mente!”

 
 

In un’intervista con Jeroni Fajardo avevamo parlato dei problemi per la circolazione in fuoristrada in Spagna, specialmente in alcune regioni come la Catalunya, cosa si può fare o cosa sta facendo la RFME per rendere possibile la pratica del trial?

“E’ una situazione difficile, sono anni che si prova ad avere un dialogo con le istituzioni, con il governo.
Il problema è che in alcune regioni noi non possiamo raggiungere una montagna se la strada per arrivarci è larga meno di 4 metri!
Noi sappiamo che se andiamo ad allenarci ed arriva l’autorità siamo in multa.
I piloti professionisti sono inseriti in un elenco e quando arriva l’infrazione viene annullata ma questo riguarda solo 20 piloti.
Gli altri trialisti cosa fanno? Pagano una volta, pagano la seconda e poi? Vendi la moto e vai in bicicletta!”


Questo avrà portato ad una diminuzione dei praticanti?

“Dallo scorso anno vi è un aumento rispetto agli anni precedenti ma, se analizziamo gli ultimi 10-15 anni siamo la metà!”

 
 

Nonostante tutto la Spagna ed in particolar modo in Catalunya continua a sfornare campioni!
Qual’è il vostro segreto?

“No non c’è un segreto, è una cosa che nasce dalla nostra cultura.
Abbiamo molti genitori che accompagnano i figli a fare trial ogni settimana e questo porta a scoprire nuovi talenti ogni anno.
Questo atteggiamento verso lo sport attira nuovi appassionati, in Spagna abbiamo anche numerose case motociclistiche, i piloti sono spesso locali e si allenano tutti insieme e non so per quale motivo tutta la struttura del trial è in Catalunya.
Non è una condizione che abbiamo creato noi ma è nata molti anni fa con i periodi d’oro di Montesa, Bultaco, Ossa.
Nella zona di Barcellona e Girona il mondo dei motori affascina.
Che sia la formula 1, le moto da strada e fuoristrada è una passione che contagia moltissime persone!
Non abbiamo scuole specifiche ma gruppi di appassionati che praticano il trial e tutto questo porta a questa condizione con una struttura che, sembra quella di una università americana creata per allevare campioni.”

 
 

A Barcellona però il trial passa anche nelle tv e ci è capitato di vederlo in aeroporto!

“In Catalunya vi è un canale che parla di sport motoristici, passano le immagini del trial ed enduro, un po’ meno di motocross, ma tutto perché è viva la passione per i motori nella nostra regione.”

Le gare si possono vedere quindi anche in tv?

“Il campionato spagnolo passa su TELEDEPORTE (canale telematico della Televisione Spagnola TVE n.d.r) che parla solo di sport.
Ogni prova del CET (Campionato Spagnolo Trial) vi è un resoconto di dieci minuti, il problema principale è la produzione del materiale e attualmente le finanze sono limitate.
Il nostro problema è che non abbiamo soldi!”

 
 

Sicuramente i ragazzi che sono inseriti nel programma RFME hanno numerosi vantaggi.

“I ragazzi che sono supportati dalla RFME collaborano lavorando per mantenere in piedi questa struttura!
Loro ricevono il nostro aiuto ma devono guadagnarselo e anche se non siamo in un periodo facile, grazie ad alcuni sponsor come la SPEA, riusciamo a portare alle gare questi ragazzi, vorremmo portarne di più e se riusciamo ad avere la possibilità aggiungiamo un nuovo giovane”

 
 

Un Team che aiuta i giovani ma che in cambio vede i ragazzi impegnati ad allestire, mantenere e smontare tutte le strutture.
Capita ogni domenica di vedere dirigenti e piloti impegnati a lavorare, anche chi ha ottenuto i risultati migliori o è salito sul podio al termine delle premiazioni raggiunge “l’Equipo Nacional” e si rimbocca le maniche!

 

























 
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