Jotagas 2019 TEST - INFOTRIAL

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Jotagas 2019 TEST

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27 Novembre 2018


Test anteprima
Jotagas 300 2019
Standard e Factory ST Racing

 
 
 
 
 
 

Presentata nel 2012 la Jotagas ha visto negli anni piccoli cambiamenti fino al 2018.

La nuova nata invece segna un importante modifica, quella al telaio che ora è prodotto in pezzo unico e presenta nuove quote ciclistiche.

 
 

Jotagas ha optato nuovamente per il telaio in alluminio con funzione di serbatoio, frizione a tre dischi con molla a tazza ed un motore ispirato dalla tecnica delle moto spagnole, ammortizzatore con leveraggi molto inclinato e anche per il 2019 le scelte base non sono variate.

Ad Eicma 2018 Jotagas ha presentato oltre alle versioni trial anche una mountain bike a pedalata assistita elettricamente e la moto da enduro.

Da alcune stagioni in Italia ad importare le moto catalane è la ST Racing di Stefano Sigot che, nel 2016 ha conquistato il titolo nazionale TR3 con Alessandro Nucifora e l’argento TR2 con Stefano Garnero.

 
 

Da sempre caratterizzata dal telaio in alluminio che domina sul complesso moto, con il model Year 2018 si era passati alla verniciatura nera e nel 2019 si è proseguito con questo colore, optando per cerchi color azzurro che, rendono riconoscibile fin dal primo colpo d’occhio la Jotagas.

Oltre ai cerchi dal colore inedito, per il nuovo modello le grafiche sono fissate a sovrastrutture a base nera, con fregi rossi e particolari blu ed una nota oro delle piastre forcella prodotte dalla italiana Costa Special Parts (regolabili su 4 posizioni ed esclusiva nel primo equipaggiamento per il mercato italiano), pedane S3 Rock e la testa sempre dello specialista spagnolo (Stars Head scomponibile) che contribuiscono a donare un look racing.

Grazie alla disponibilità di Stefano Sigot importatore Jotagas per l'Italia e di Alessandro Nucifora direttore sportivo del Team Jgas Italia, abbiamo potuto provare la versione di 300cc, mezzo top di gamma e la nuovissima versione Factory studiata dal distributore italiano.

La versione factory da noi provata è arricchita di alcune special parts dall’importatore italiano come piastre ricavate dal pieno, tappo serbatoio, coperchi serbatoi olio freno e frizione e carter frizione speciale anodizzati oro della Costa Special Parts, corona da 40 denti (a norma FIM chiusa) S3 al posto della 39 standard ed una grafica speciale studiata da Bos Stickers.

Precedentemente annunciata la rivisitazione del telaio ha portato a inedite quote ciclistiche con le pedane posizionate più in basso e fissate direttamente al telaio (fino al 2018 adottava supporti smontabili), una larghezza in zona pedane aumentata di 12 mm, interasse ridotto di 20 mm da (1320 a 1300 mm) ed il motore che nella parte posteriore è abbassato di 10mm, per aumentare guidabilità, stabilità e rendere più leggero l’avantreno.
Modifiche poi all’accensione che ha una centralina a doppia mappatura (sulla versione standard, singola sulla Factory) con doppia scintilla per migliorare la combustione, interventi al cilindro per amalgamare il tutto alle nuove mappe,  forcella Marzocchi con canne in alluminio e riporto nero rivista internamente.

 
 

Passando ad un analisi più approfondita, la JOTAGAS 300 adotta il comando acceleratore Domino a corsa rapida, manubrio senza traversino S3, impianto di scarico smontabile per sostituire il materiale fonoassorbente, carburatore da 28 mm G2 sulla standard e Keihin sulla Factory, che respirano attraverso una cassa filtro con elemento in spugna ispezionabile attraverso un comodo sportello dotato di una vite a brugola ad apertura laterale, cerchi Morad con il posteriore dotato di costa di rinforzo dove vengono fissati i raggi, utile ad eliminare il problema della perdita di pressione del pneumatico, coperture Michelin con la classica X11 al posteriore, forcella Marzocchi con canne in alluminio e riporto superficiale da 40 mm che lavora in simbiosi con l’ammortizzatore Olle montato lateralmente su leveraggi anodizzati rosso, pedane regolabili in alluminio della S3 e spegnimento a bracciale posto sul manubrio di serie su entrambe le versioni.

L'impianto frenante anteriore è Braktec, mentre al posteriore l’impianto è completamente made in Jotagas.

All’anteriore la casa spagnola ha optato per una pinza Braktec a quattro pistoncini monoblocco, tubo in treccia metallica, utile a mantenere costante e precisa la frenata anche nelle condizioni più gravose, il tutto “stimolato” da una pompa sempre Braktec.

Posteriormente pinza a due pistoncini con passaggio sul forcellone che, permette di sostituire l'impianto svitando solo una vite del leveraggio.

Dischi serrati da pastiglie Galfer serie rossa.

 
 

La classica scalciata al kick starter caratterizzato da una leva molto lunga da vita al propulsore, il sound di scarico racing risulta pacato mantenendosi ampiamente dentro i limiti.

Piacevole la sensazione di leggerezza che Jotagas trasmette, il peso dichiarato di soli 65 kg a secco è ben avvertibile, nonostante questo la moto ha un anteriore ben piantato a terra che, permette una facile  conduzione a ruote a terra e nei passaggi sul posteriore non innesca pericolose verticali.

Il propulsore Jotagas presenta quelle caratteristiche tipiche delle unità spagnole, erogazione lineare senza picchi di potenza capace di aiutare il pilota in condizioni di scarsa aderenza, dotato di un allungo cresciuto con le modifiche apportate da questa stagione, la prima marcia ora permette di togliersi molte soddisfazioni con la seconda che viene utilizzata in situazioni di scarsa aderenza e nelle zone scorrevoli, mentre nelle lunghe salite affrontate a gas spalancato la terza permette al propulsore di distendersi meglio.

Temperature invernali per questo test che ha richiesto un pò più di tempo ai propulsori per raggiungere la temperatura corretta d'esercizio, situazione nella quale la carburazione è risultata corretta e priva di fumosità allo scarico.

Facile da condurre la marcia ideale è la prima, che si tratti di curve con ripartenze a basso regime o stacchi da fermo, questo rapporto permette di affrontare moltissimi passaggi senza nessun problema, ed in caso si voglia richiamare rapidamente il motore è sufficiente giocare con la frizione che non soffre eventuali maltrattamenti.

La frizione a tre dischi è stabile e precisa anche in condizioni gravose, non presenta segni di trascinamento (anche se si spalanca il gas da fermo) ne tantomeno slittamento nei rapporti più lunghi anche dopo numerose “torture”, presenta un carico alla leva nella norma che non stanca il dito indice anche dopo un utilizzo intenso.

 
 

La struttura in alluminio, notoriamente più rigida di quella in acciaio al cromo - molibdeno non preclude la facilità di guida della Jotagas, con il nuovo bilanciamento ha guadagnato agilità perdonando eventuali errori di guida, inoltre grazie alle piastre forcella con due fori di fissaggio e cavallotti disassati, è possibile personalizzare la posizione di guida.
Intuitiva nelle curve con entrambe le ruote a terra ed in quelle aeree presenta un avantreno con un buon carico anteriore, ora più leggero, che permette di guidare senza preoccuparsi di un eventuale perdita d’aderenza.

Nei gradini e quando si stacca con entrambe le ruote, è richiesto invece un periodo di assuefazione alla sospensione posteriore che, presenta reazioni diverse rispetto alle unità adottate dalla concorrenza sfruttando il tampone negli ostacoli più alti per salire.

Anche negli ostacoli in sequenza bisogna prendere confidenza con la sospensione posteriore, la particolare conformazione permette di avere una spinta in avanti che richiede però di “tirare” maggiormente il manubrio.

Abbiamo però notato che con la nuova ciclistica, Jotagas è ora più vicina come reazioni alle versioni con ammortizzatore verticale.

 
 

La forcella Marzocchi con steli da 40 mm ha canne in alluminio con riporto superficiale con i nuovi interni risulta più scorrevole e reattiva.

L’unità italiana nella versione rivista da Jotagas ha presentato una buona reattività e capacità di digerire gli atterraggi più duri.

Al retrotreno troviamo una sospensione Olle regolabile nel precarico molla e in compressione che presenta una taratura più sostenuta rispetto al passato.

La sospensione inclinata richiede un minimo di assuefazione dato che, ormai tutte le moto utilizzano l'ammortizzatore verticale.

Questa soluzione garantisce un grip notevole nelle salite e nei passaggi con poca aderenza, nei gradini invece la sensazione è quella che non garantisca la corretta spinta, il problema è presto risolvibile modificando la posizione di guida, è sufficiente aspettare un attimo in più nelle partenze da fermo e “far entrare” la ruota nell'ostacolo per salire in cima.

Buona la capacità di smorzamento anche nei finecorsa più violenti, garantendo buona trazione e spinta.

Caratteristica tipica delle sospensioni inclinate, la sensazione di spingere in avanti che però nella Jotagas non si avverte.

La molla standard ha un carico di 7 kg, ideale per i piloti dai 70 agli 80 kg, ciò fa lavorare la sospensione spesso sul tampone se il pilota è come nel nostro caso intorno agli 84 kg.

Per questo sono disponibili molle con un k superiore (8 kg) che permettono alla sospensione di rimanere più alta.

 
 

Pinza a quattro pistoncini monoblocco e a due al retrotreno, la scelta di Jotagas per quel che concerne gli impianti frenanti.

Le scelte operate dal costruttore catalano risultano costanti nel funzionamento garantendo potenza frenante, anche quando si incontra il fango e da nuovi.

 
 

Conclusioni.

Una moto adatta a tutti la Jotagas 2019, le nuove quote ciclistiche la rendono più leggera ed indicata soprattutto per i piloti che sono alla ricerca di un mezzo facile nella conduzione e con un motore dolce.

Con le piastre speciali montate dalla ST Racing è possibile variare la posizione di guida, nel nostro caso abbiamo preferito la soluzione con cavallotti manubrio fissati nel foro più avanzato e ruotati per portare ancora più verso l’anteriore il manubrio.

La soluzione del leveraggio montato lateralmente permette di non avere nulla tra la piastra paramotore e la ruota posteriore, fare manutenzione al leveraggio, sostituire in gara il tubo del freno posteriore o anche smontare il forcellone richiede pochissimi passaggi (2 viti).

Abbiamo apprezzato l’utile la soluzione del parafango posteriore corto (stile gas gas), fissato in tre punti che, sostituendo due viti con fascette di plastica rende questo particolare molto più resistente in caso di caduta e lo spegnimento a bracciale montato di serie.

Non ci è piaciuta la soluzione di ritornare ad anodizzare il leveraggio della sospensione in rosso, molto bello da nuovo ma che, dopo alcune ore di utilizzo con lo sfregamento dello stivale potrebbe perdere il trattamento, il tubo freno posteriore troppo lungo che, rischia di rompersi in caso di contatto con rami o pietre (soluzione che già sui modelli in consegna è stata oggetto di rivisitazione) e una protezione in gomma più lunga che eviterebbe al fango di raggiungere la parte posteriore del motore.

 
 

ST Racing propone per il 2019 la versione standard a 7330 euro con piastre Costa Special Parts regolabili.

Per la Factory arricchita avantubo di scarico Racing, ghiera mono, carter frizione, tappo serbatorio, coperchi pompe freno e frizione, leva freno posteriore CSP anodizzate oro, corona posteriore da 40 denti S3 e coperchio accensione in fibra di carbonio il prezzo cresce di 1050 euro,  particolari racing, acquistabili anche singolarmente.



IL VIDEO DELLA PROVA



DI SEGUITO TROVERETE COME SEMPRE LA SCHEDA TECNICA E PREZIOSI APPUNTI PER LA MANUTENZIONE



Si ringrazia ST Racing nella persona di Stefano Sigot ed il direttore sportivo del Team Jotagas Italia Alessandro Nucifora

Pro Park Genova

Hebolution Parts il casco Hebo Zone 4 Carbon e l'abbigliamento Pro

Jitsie Stivali Alpinestars

 
 
 
 

SCHEDA TECNICA JOTAGAS 300 cc 2019

MOTORE Monocilindrico 2T

CILINDRATA 294,1 cc

SISTEMA DI RAFFREDDAMENTO a liquido

ALESAGGIO e CORSA MOTORE 79 x 60 mm

ALIMENTAZIONE Carburatore 28 mm

ACCENSIONE elettronica digitale Hidria

FRIZIONE A comando idraulico in bagno d'olio

CAMBIO 5 marce

LUBRIFICAZIONE Miscela olio benzina 1,5% olio 100% sintetico

OLIO CAMBIO 400 cc W 75

TELAIO Doppio trave in alluminio con montanti da fusione e serbatoio carburante integrato

SOSPENSIONE ANTERIORE Forcella Marzocchi 40 mm regolabile in compressione ed estensione corsa 175 mm

SOSPENSIONE POSTERIORE Monoammortizzatore progressivo laterale regolabile in estensione e precarico molla Olle 175 mm

FRENO ANTERIORE Disco 190 mm flottante, pinza monoblocco a 4 pistoncini

FRENO POSTERIORE Disco 150 mm, pinza a 2 pistoncini

RUOTA ANTERIORE  Michelin 2.75 R 21

RUOTA POSTERIORE Michelin X11 4.00 18 tubeless

LEVA AVVIAMENTO alluminio forgiato

JOTAGAS 2017 Dimensioni

ALTEZZA minima da terra n.d

INTERASSE 1.300 mm

ALTEZZA SELLA 650 mm

CAPACITA’ SERBATOIO 2,7 l

PESO

64 kg a secco

JOTAGAS 300 2019 Tarature e info test

Temperatura 6 °C, altezza 900 mt S.l.m cielo coperto

Pressione pneumatici Michelin Anteriore 0,45 bar , Posteriore 0,35  

TARATURE SOSPENSIONI

Forcella (Marzocchi 40 mm)

STANDARD sfilata solo lo spessore del tappo chiusura forcella dalla piastra superiore
FACTORY sfilata di 5 mm dalla piastra superiore

STANDARD

Registro aperto di 12 clic in compressione da registro tutto chiuso
Registro aperto di 5 clic in estensione da registro tutto chiuso
Precarico molla tutto svitato (precarico della molla naturale)

FACTORY

Registro aperto di 10 clic in compressione da registro tutto chiuso
Registro aperto di 10 clic in estensione da registro tutto chiuso
Precarico molla tutto svitato (precarico della molla naturale)


Ammortizzatore posteriore Olle

Registro estensione a metà registro

Precarico molla 115 mm valore riferito alla lunghezza della molla

Negativo sospensione da 11,5 a 10,5 mm

Molla standard  7 k


TARATURE CARBURATORE STANDARD

Getto minimo 45

Getto massimo 125

Valvola gas 35

Spillo su 2 tacca dall'alto


TARATURE CARBURATORE FACTORY KEIHIN

Getto minimo 42

Getto massimo 125

Valvola gas 35

Spillo JJH su 3 tacca dall'alto

 

























 
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