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Maddiona

Gare e calendari
 


 

10 Marzo 2016


Una punizione diventata una passione lavoro
intervista a Francesco Maddiona
il cameraman del trial

 
 
 
 

Questa storia parte dall’ora di ginnastica…

C’era una volta un bambino che alle scuole medie odiava l’ora di ginnastica perché si giocava esclusivamente a pallone, quello sport proprio non riusciva a praticarlo ed amarlo.

 
 

Così per mettere prematuramente fine a quella sofferenza, segnava due autogol e il professore lo faceva uscire dal campo.

Un giorno però il professore, stanco di questo atteggiamento, si presentò a scuola con un registratore a bobina della Geloso, collegò il microfono e disse all’alunno ribelle:

“Se tu pensi di fare un'ora a far nulla, d’ora in avanti mi fai la radiocronaca della partita di calcio che i tuoi compagni fanno!”

 
 

Quel professore non immaginava che l’alunno Francesco Maddiona, grazie alla sua trovata, avrebbe fatto da grande il giornalista sportivo, commentando e riprendendo le gare motociclistiche.

Ride emozionato raccontando questa storia Francesco.

E poi come proseguì?

“Tutto iniziò alla radio nel 1979, erano gli anni delle radio libere ed iniziai con un programma che parlava di motociclismo, continuai fino al 1987 poi in quell’anno mi fu offerta la possibilità di creare un pool sportivo per un’emittente bresciana e la prima intervista televisiva che feci, un po’ me la sono cercata, fu quella di intervistare l'allora recente campione del mondo Virginio Ferrari e da allora non ho più smesso.”

 
 

Cosa ti ha portato a seguire le manifestazioni di trial?

“Il mio primo contatto con il trial risale all’inverno del 1975, un gruppo di amici bresciani che lavoravano alla Brema (abbigliamento da trial) mi coinvolsero invitandomi ad aiutarli come timbratore in zona.

I primi piloti che transitarono furono Giovanni Tosco, Baldini, Adamoli e Teobaldi.

Da quel primo contatto iniziai a frequentare il mondo bresciano del trial dal quale sono poi arrivati grandi campioni.”

 
 

Hai mai praticato il trial?

“Mai, così come l’enduro!

Ma prima della nascita dei miei figli sono riuscito a fare 400.000 chilometri di mototurismo.”

 
 

Da quanti anni segui il campionato italiano?

“Le prime riprese con una struttura come quella attuale le ho fatte nel 1996 grazie all’allora Coordinatore Nazionale Trial Francesco Lunardini, mentre i primi video risalgono al 1989-90, mentre con la televisione  seguii il trial dal 1987.

Oltre al Campionato Italiano ho avuto la fortuna di seguire eventi internazionali e negli ultimi anni è nata l’avventura web, con nonsolomotowebtv, che mi ha permesso di diffondere in tutto il mondo le immagini dei nostri campionati italiani di trial ed enduro.”   

 
 

La produzione di video non è la tua principale attività ma una passione, com’è nata?

“E’ una passione nata perché le risorse delle televisioni locali erano sempre limitate.

Un giorno un collega che aveva intrapreso già una sua attività autonoma, mi consigliò di comprare una telecamera e di produrre personalmente i video perché sicuramente ne sarebbe nato un business.

Da oltre trent’anni lavoro come rappresentante e andrò in pensione il prossimo anno.

Il giornalista è sempre stata una seconda attività, ho lavorato nelle redazioni e tra poco più di un anno diventerà un lavoro a tempo pieno.

Oggi è un lavoro strutturato professionalmente ed è quindi un’attività vera e propria.

Non faccio solamente produzione televisiva per quanto riguarda le gare, seguo anche concerti di musica classica ed altri eventi  che però sono limitate dal tempo a disposizione."

 
 

Chi devi ringraziare dopo tutti questi anni?

“Ad un certo punto la mia attività giornalistica ebbe una svolta.

Nel 1992 entrai nel mondo dell’enduro grazie al Motoclub RS 77.

Radio Monte Maddalena, una delle principali radio bresciane che oggi non esiste più, che mi permise di iniziare.

Francesco Lunardini Coordinatore Nazionale Trial negli anni novanta e primi duemila, che mi ha voluto nel mondo del trial.

La mia famiglia che ha sopportato le mie assenze per tanti anni.

Lino della Rodolfa che mi portò nel mondo delle motoslitte ed ha voluto che continuassi a fare questo lavoro.

La Federazione Motociclistica Italiana che mi ha dato una grandissima opportunità.

Sicuramente ne sto dimenticando qualcuno ma sono molti i compagni di viaggio che si incontrano, compresi quelli che ti mettono i bastoni tra le ruote e ti hanno costretto a reinventarti una posizione, le difficoltà mi hanno permesso di accrescere il bagaglio di esperienza.

Per me ogni gara che inizia il sabato con il sopralluogo alle zone o al percorso di una prova d’enduro è una sfida, non so mai se la porterò a termine con successo.

Il consiglio che do a chi vuole intraprendere questa attività è quella di approcciarsi con grande umiltà, rispettando i piloti che sono alla base del lavoro del cameraman.

Ho avuto la fortuna di conoscere grandissimi campioni, nella mia lunga carriera ho intervistato personaggi che quando ero piccolo rappresentavano degli idoli.

Parlo di Phil Reed, Virginio Ferrari, forse ai giovani d’oggi possono dir poco ma sono stati dei miti del motociclismo, Giacomo Agostini uno degli ultimi supercampioni che ho intervistato.

Queste sono le belle soddisfazioni che mi rimangono.

Soddisfazioni che arrivano anche quando intervisto un giovanissimo pilota alla sua prima intervista dove, devo spiegargli come si svolge un intervista e al termine del quale gli dirò – se diventerai un campione questo ti servirà-

Un esempio Fabio Lenzi e seguire fino a Grattarola, durante le prime interviste dovevo spiegargli come fare ed invece oggi devo dirgli taglia che siamo fuori tempo!”

Ogni storia ha una scintilla che ha iniziato a far muovere il motore della passione.

E se quel professore non avesse “punito” Francesco obbligandolo a fare la cronaca di quella partita…..

Foto infotrial e archivio personale Francesco Maddiona

 
 
 

























 
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