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15 Febbraio 2016


Il Coordinatore Mondiale Trial Thierry Michaud parla di no stop e il futuro del trial

 
 
 
 

Campione mondiale nel 1985, 86 ed 88 in sella alla Fantic, Thierry Michaud da diversi anni è il coordinatore mondiale del trial, a sorpresa ha raggiunto Albenga dalla vicina Francia per assistere alla Mulatrial del Mare.

 
 

Al ristoro mentre i partecipanti si rifocillavano, ha voluto conoscere gli organizzatori ed ha scambiato due parole con diversi trialisti che lo hanno riconosciuto.

Qualche minuto lo ha dedicato anche a noi raccontandoci i progetti di FIM per il trial.

 
 

Cosa ti ha spinto ad essere presente alla Mulatrial del Mare di Albenga?

“Sono venuto alla Mulatrial del Mare principalmente per curiosità personale, ovviamente visto che sono vestito con la giacca FIM sono qui per vedere i trialisti.

La FIM ha come obbiettivo quello di sviluppare un campionato del mondo migliore e vogliamo vedere di persona la situazione del trial.

Sapere che c’è una manifestazione che vede settecento trialisti è interessante.

Vivere e conoscere questo mondo permette di imparare molte cose.”

 
 

A livello mondiale ed europeo il regolamento è caratterizzato dal no stop, mentre in Italia la fermata è possibile.

“Il no stop è stata una grande decisione che la FIM ha preso insieme alle case, vi sono ancora cose che si possono migliorare ed  è un regolamento che andrà avanti per tanti anni.
La FIM insieme ai costruttori è determinata a proseguire su questa strada, ogni anno cerchiamo soluzioni per migliorare la situazione del trial che tutti sappiamo non essere facile.
Non sono stati fissati dei termini e lo dico ufficialmente, non aspettiamo più la fine o l’inizio di una stagione per passare ad un regolamento con la fermata prevista.
La volontà della FIM è quella di creare zone più accessibili, non ha senso che solo i primi cinque, sei al mondo possano terminare una zona, ovviamente questo non vuole dire che non possano essere rese selettive con il no stop.
Nel futuro far scomparire la figura dell’assistente del pilota, un po’ come oggi alla Mulatrial del Mare dove ritroviamo lo spirito del trial, quello di superare ostacoli senza posare i piedi in maniera individuale.
Il poter arretrare, spostare da fermo, dover affrontare gli ostacoli con un tempo limite, farsi guidare da un’assistente che indica la corretta posizione, l’avere al fianco obbligatoriamente una persona anche quando ci si allena è una cosa che non può portare avanti il trial.
La volontà di rendere più semplice il trial, di risalire degli ostacoli nella maniera più accessibile senza fermarsi perché ormai tutti gli sport individuali e di squadra vanno più veloce.
Il trial non è uno sport dove conta la velocità ma da ormai vent’anni è diventato meno dinamico, il trial di Toni Bou, Adam Raga e gli altri campioni moderni non è certo il trial che abbiamo praticato vent’anni fa.
L’obbiettivo è un trial sempre bello da vedere, dove risalti la componente atletica.”

 
 

Thierry Michaud parteciperà ancora a qualche manifestazione?

“La voglia di andare in moto non manca anche se il tempo libero non è molto.
Mi piacerebbe partecipare anche a manifestazioni come la Mulatrial del Mare dove si ritrovano tantissimi appassionati!”


Ci piacerebbe vedere un tre volte campione del mondo divertirsi in piedi sulle pedane insieme ad appassionati di lunga esperienza o neofiti del nostro sport.

 

























 
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