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14 Giugno 2013


Cinque Terre, giungla sull'Alta Via turisti ed escursionisti bloccati
la replica della FMI liguria

Sul sito de La Repubblica edizione di Genova è stato pubblicato un articolo di Francesco La spinda dove si presenta un problema che affligge l'Alta Via, itinerario che risulta chiuso agli escursionisti e che ora richiede un intervento importante da parte dell'ente parco e del CAI che hanno in gestione i percorsi.

Potete leggere l'articolo al seguente link

Qui di seguito la lettera che la FMI liguria ha preparato in risposta all'articolo de La Repubblica

Come Comitato Regionale della Federazione Motociclistica Italiana leggiamo con vivo interesse l’articolo “Cinque Terre, giungla sull'Alta Via turisti ed escursionisti bloccati” pubblicato sul vostro sito il 12 giugno 2013, dove, chi segue la rete sentieristica del Parco sostiene che "La zona è fuori dai nostri confini. Però ci rendiamo conto della sua importanza e contiamo sul recente affidamento dei percorsi a una cooperativa e sulla stretta collaborazione col Cai" allo scopo di ritrovare il tracciato, ovviamente la sezione del CAI lamenta l’assenza di attrezzi e di materiale di consumo per ripristinare il percorso.

Ovviamente tutto questo affidamento dei sentieri ad una cooperativa ed al CAI comporterà anche l’erogazione di contributi pubblici allo scopo di coprire i costi necessari per restituire quei tracciati alla comunità.

Però una domanda sorge spontanea, perché questi sentieri sono in stato di abbandono? Perché i vincoli dettati dalla Regione Liguria con la LR 5/93 e più recentemente dalla LR 24/2009, istitutiva della rete escursionistica, non hanno portato i risultati sperati?

La risposta è molto semplice, chi ha previsto la chiusura dei percorsi ai Motoclub della Regione Liguria ne ha impedito anche la gestione reale da parte dei volontari degli stessi motoclub i quali i sentieri li avrebbero tenuti aperti e puliti senza gravare sui bilanci delle pubbliche amministrazioni perché queste operazioni le avrebbero effettuate gratuitamente nei fine settimana, nella preparazione delle escursioni turistiche o in occasione di raduni o di altre iniziative mirate.

Tutto ciò infatti viene testimoniato dalla costante attività effettuate dai motociclisti nelle varie manifestazioni organizzate nei comuni della Liguria, esistono centinaia di km di sentieri che sistematicamente sono tenuti in vita da volontari che nulla pretendono salvo poterli utilizzare come le altre realtà associative.

Tutto il territorio regionale è stato mappato, catalogato, censito,vincolato per ogni fine ed utilizzo esclusivo, ogni associazione ambientalista ha la “sua” oasi, l’associazione venatoria anche, le associazioni di pesca i rivi, i discesisti in mtb praticamente tutti i tracciati, gli escursionisti le alte vie e ogni porzione del territorio, gli arrampicatori le pareti verticali, i cavallerizzi vanno ovunque  … restiamo solo noi con le moto e con i tracciati che ogni anno riapriamo e manteniamo in vita dall’abbandono anche se nessuno lo sa perché non si sa mai veramente se effettivamente su quei percorsi possiamo circolare o no!

Ma se c’è una esigenza locale o di qualche “gruppo” di portatori di interesse diffuso allora i vincoli passano in secondo piano, si modificano le pianificazioni, si accettano le opere, si inventano i meccanismi di compensazione e si fa tutto, solo per le moto questo tema non si affronta neppure!

Per noi esiste una evidente discriminazione però siamo molto motivati a dimostrare che anche le moto possono coesistere nell’ambiente perché sappiamo qual è il contributo positivo che la nostra attività porta quando si organizzano le gare, le manifestazioni amatoriali, quando si preparano e si riaprono i tracciati perduti per consentire la fruizione a tutti, anche a chi le moto non le vuole.

Si creerebbero occasioni di aggregazione sul territorio, si potrebbero portare persone in regola con un minimo contributo per le strutture turistiche in località normalmente poco sfruttate dal punto di vista turistico, esistono innumerevoli percorsi secondari, mulattiere e sentieri nascosti, tracciati dimenticati dallo spopolamento dell’entroterra che possono rinascere dal loro abbandono senza impegno di risorse da parte delle pubbliche amministrazioni perché i volontari dei Motoclub potrebbero riaprirli solo se ci fosse la certezza di poterli gestire senza vederli poi “sparire” perché sono utili a qualche altra esigenza ….

Siamo disponibili ad un dialogo per avviare questo percorso, il Comitato Regionale Ligure della Federazione Motociclistica Italiana è sempre stato disponibile, insieme ai suoi motoclub, ad aprire una collaborazione per regolarizzare tutte le situazioni, basta solo che la Regione Liguria e le Amministrazioni di buona volontà si facciano avanti.

I riferimenti per sviluppare e approfondire la tematica sono riportati sul sito www.fmiliguria.it

Cordiali Saluti

CORE Liguria
Giulio Romei

 

























 
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