Menu principale:
16 Maggio 2019
Prototipo su base Beta da 64 kg
Il fuoco, un elemento fondamentale scoperto dall'uomo milioni di anni fa; un grande aiuto per la vita di tutti i giorni che purtroppo può distruggere qualcosa a noi caro.
La storia che vi raccontiamo parte da un incendio di un garage, un luogo dove a farne le spese è anche una Beta Evo 2013.
Le fiamme risparmiano solamente il motore e le forcelle, tutto il resto è da buttare.
Il proprietario della Evo regala ciò che rimane ad Andrea Previale un appassionato di trial oggi quarantenne.
Andrea per diletto costruisce moto per corse in salita, lavorando dal pieno componentistica in ergal.
È da tempo che vorrebbe trasferire quel tipo di telaio su un trial, creando una struttura imbullonata e scatolata con l'obbiettivo di abbassare il più possibile il baricentro della moto.
Lavorando molti componenti dal pieno arriva a fermare la bilancia a 64,6 kg compreso un litro di benzina.
A livello di quote crea un mix tra beta e gas gas mantenendo l'interasse della prima e l'inclinazione del canotto della seconda.
Incredibile è poi il raggio di sterzo molto ridotto, rispetto alla beta evo 2013 permette di guadagnare ben 35 cm.
Particolare e anche la scelta per il carburatore a membrana da 32 mm, nato per i go kart che respira attraverso una cassa filtro in fibra di carbonio montata anteriormente.
Lo scarico utilizza un avantubo S3, mentre la restante parte è autocostruita, con misure che prendono spunto da quello utilizzato sulla Beta Evo.
Grazie a queste scelte l' erogazione è particolarmente lineare.
Il monoammortizzatore e montato in una posizione molto inclinata ed utilizza un leveraggio con una curva di progressione quasi piatta che, affida maggiormente all'elemento elastico la progressività.
Per centralizzare le masse il serbatoio è posto in posizione centrale.
Unico è anche il forcellone ricavato dal pieno sempre in ergal.
Il radiatore è stato recuperato da una moto demolita.
Per scelta di Andrea Previale la moto non ha sovrastrutture.
Il tempo per creare questo pezzo unico?
Un anno di lavoro!