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11 Ottobre 2015
Test anteprima
Sherco ST 300 2016
Ultima model Year 2016 presentata, la Sherco ST è una delle tre novità della prossima stagione insieme a Vertigo e TRS.
Dopo aver proposto per diverse stagioni la soluzione della cassa filtro e il serbatoio in posizione invertita rispetto alla concorrenza, Sherco è ritornata al classico posizionamento, creando una livrea elegantemente basata sull'accostamento del telaio blu a plastiche nere con stickers a base blu e particolari giallo fluo, bianco, grigio; a completare un armonioso abbinamento contribuiscono i mozzi bianchi con i cerchi nero opaco.
Grazie alla disponibilità di Renato Chiaberto importatore Sherco per l'Italia e di Alex Mondo Team Manager del Team Rabino Sport Sherco Italia, squadra supportata dalla Planet Trial di Chiaberto, abbiamo potuto provare in anteprima la versione di 300cc, mezzo top di gamma.
“Una Scorpa” questa la prima affermazione degli appassionati dopo aver visto le immagini diramate dalla casa di Marc Teissier, titolare di entrambi i brand.
Osservandola però si possono notare le differenze.
Il telaio in acciaio al cromo-
Il propulsore ha mantenuto le misure vitali della precedente versione (il corsa lunga rimane esclusiva dei piloti ufficiali), sono stati adottati degli accorgimenti utili a migliorare la tenuta del raccordo di ingresso del carburatore, è stato rinforzato il selettore del cambio ed il collettore di scarico, la frizione è ora la Surflex R, attenzioni sono state rivolte anche alla leva d’avviamento con un nuovo albero ed infine le modifiche al silenziatore hanno permesso di guadagnare prestazioni ai bassi regimi andando ad abbassare i decibel e ridurre la temperatura di esercizio.
Per verificare le differenze della nuova Sherco abbiamo scelto le stesse zone teatro della prova dello scorso anno, quindi torrente con acqua abbondante e pietre viscide, sottobosco con rocce e terra, infine un’area con lunghe salite per verificare il propulsore franco spagnolo a gas spalancato.
Come già verificato con il MY 2015 particolare attenzione è stata data a tutte le parti maggiormente soggette all'usura da sfregamento, per questo sul forcellone, nei fianchi del telaio e in alcune parti delle plastiche troviamo stickers ad alta resistenza in Texture prodotte dalla italiana Blackbird.
Passando ad un analisi più tecnica la ST 300 adotta il comando acceleratore Domino a corsa rapida (colore bianco con guaina che passa attraverso un foro nel telaio altra differenza con Scorpa), manubrio senza traversino, impianto di scarico smontabile per sostituire il materiale fonoassorbente, prodotti da Oxia, carburatore Keihin PWK da 28 mm che respira attraverso un’inedita cassa filtro con elemento in spugna ispezionabile attraverso un comodo sportello dotato di una vite a brugola, cerchi Morad con il posteriore dotato di costa di rinforzo dove vengono fissati i raggi, utile ad eliminare il problema della perdita di pressione del pneumatico, novità 2016 le coperture Dunlop (D 803 FGP 80 100 21 all’anteriore e 120 100 18 D 803 GP al retrotreno) , forcella Tech con canne in acciaio da 39mm che lavora in simbiosi con l’ammortizzatore R16V (montato su leveraggi ricavati dal pieno ed anodizzati oro), pedane arretrate pressofuse in alluminio, pulsante di spegnimento posto sul manubrio ed interruttore per l’accensione delle luci protetto dalla mascherina portafaro.
Nuovo l’alloggiamento del selettore delle mappature (2) sito in posizione protetta sul telaio in zona sterzo con adesivo nuvola con pioggia e sole ad indicare la tipologia di erogazione.
Confermati anche sulla Sherco 2016 gli impianti Braktec.
All’anteriore la casa franco spagnola ha optato per una pinza Braktec a quattro pistoncini, scomponibile per le operazioni di manutenzione, tubo in treccia metallica, utile a mantenere costante e precisa la frenata anche nelle condizioni più gravose il tutto “stimolato” da una pompa sempre Braktec.
Posteriormente sempre impianto Braktek con pinza a due pistoncini protetta dal forcellone.
Dischi serrati da pastiglie Galfer della serie rossa.
L'avvio del propulsore avviene con facilità dando la classica scalciata ad una leva che non permette allo stivale di scivolare, anche quando la suola è sporca di terra o bagnata, il sound di scarico risulta inferiore alla precedente versione mantenendosi ampiamente dentro i limiti.
Fin dai primi metri ci si accorge delle differenze con il mezzo dello scorso anno, la Sherco si rivela molto più stabile, perde un po’ della leggerezza all'anteriore ma guadagna in facilità di conduzione (era già un mezzo facile).
Iniziando con la mappatura soft si ritrovano quelle caratteristiche tipiche delle unità spagnole, quindi erogazione lineare senza picchi di potenza capace di aiutare il pilota in condizioni di scarsa aderenza.
Dopo alcuni passaggi optiamo per la mappatura hard (a moto spenta) e ripartendo notiamo subito una erogazione più corposa per la Sherco.
Il motore prende i giri più velocemente, la prima marcia permette di affrontare molti passaggi, cresce l'allungo e la potenza, la seconda viene maggiormente utilizzata e solo nelle lunghe salite affrontate a gas spalancato viene richiesta la terza, inoltre ai regimi più elevati, in entrambe le mappature, il propulsore Sherco grazie alla nuova cassa filtro (+40% d’aria) riesce a distendersi meglio.
Con la “hard” abbiamo notato una carburazione perfetta ed una fumosità allo scarico inesistente.
Con la soft ai regimi più elevati (ricordiamo che la taratura è stata fatta a 200 metri sul livello del mare, la prova tra gli 800 e i 1000) appariva leggermente magra.
Con la Sherco 2016 la marcia ideale è la seconda, che si tratti di curve con ripartenze a basso regime o stacchi da fermo, questo rapporto permette di affrontare moltissimi passaggi senza nessun problema.
Apprezzabile il lavoro svolto dai tecnici sull’impianto di scarico, la nuova paratia isolante posta sullo scarico, unite alle modifiche per diminuire le temperature di lavoro fanno si che il pilota non avverta il calore di questo componente.
La frizione introdotta con la versione Factory 2015, presenta modifiche atte a rendere stabile e preciso il funzionamento anche in condizioni gravose, risultato centrato appieno visto che, non abbiamo riscontrato segni di trascinamento ne tantomeno slittamento nei rapporti più lunghi anche dopo numerose “torture”, il carico alla leva è minimo, questo permette di non affaticare l’indice anche dopo diverse ore di utilizzo.
Il nuovo telaio in acciaio al cromo-
Le pedane ora si trovano a 39 cm dal perno del forcellone, 10mm più arretrate rispetto al modello precedente.
La ciclistica perdona eventuali errori di guida, nelle curve con entrambe le ruote a terra ed in quelle aeree, così come nei gradini e negli ostacoli in sequenza trasmette sensazioni sincere, infine dov’è necessario staccare con entrambe le ruote permette di arrivare più in alto di qualche centimetro.
Ora il pilota può muoversi con maggiore libertà sulla moto sentendo meglio i comandi da lui impartiti al mezzo.
Incredibile è la capacità di modificare la traiettoria mentre si affronta l’ostacolo e quella di eseguire manovre aeree da fermo.
Inedite le tarature studiate per rendere più maneggevole la Sherco.
La forcella forcella Tech con steli da 39 mm ha canne cromate in acciaio, risulta scorrevole e reattiva, ciò che ci aveva stupito nella versione precedente era stato il comportamento quando ci avvicinava al fine corsa, in questo frangente si può apprezzare una sorta di “cuscinetto” che smorza anche gli atterraggi più duri, con la versione 2016 questa piacevole sensazione di sicurezza è ulteriormente migliorata.
Al retrotreno troviamo una sospensione R16V con una nuova molla (l'Ohlins è esclusiva delle versioni Cabestany), con la nuova soluzione ciclistica l’unità iberica vanta una maggior capacità di assorbimento negli atterraggi più duri garantendo buona trazione e spinta.
Il nuovo setting posteriore ben si amalgama con il funzionamento della sospensione anteriore aiutando nella conduzione con entrambe le ruote a terra, senza però andare a variare la facilità di conduzione a ruota alta, negli ostacoli in sequenza le asperità vengono assorbite senza reazioni anomale.
Qualche difficoltà l’abbiamo trovata nei passaggi in costa, per darvi delucidazioni riguardo questa condizione vi invitiamo a proseguire nella lettura dove nelle conclusioni tratteremo l’argomento.
Modulabilità e precisione sono i pregi degli impianti Braktec adottati da Sherco, risultano costanti nel funzionamento garantendo un ottima potenza frenante, anche quando si incontra acqua e fango, inoltre garantiscono già ottime performance durante la fase di rodaggio.
Conclusioni.
La Sherco 2016 conferma le sua caratteristica storica di una moto facile.
Ottima per il neofita come per il pilota da pettorale.
Ci è piaciuta la soluzione del parafango posteriore corto (stile gas gas) fissato in tre punti che, sostituendo due viti con fascette di plastica rende questo particolare quasi indistruttibile.
Come già anticipato in apertura la Sherco 2016 adotta coperture Dunlop.
Questa scelta, vuoi perchè universalmente il trialista è ormai “tarato” a Michelin, non ci ha soddisfatto appieno.
La copertura anteriore presenta un comportamento simile a Michelin.
Al posteriore la carcassa differente ci ha portato a variare la pressione (0,32 a fine prova) per sentire maggiormente il terreno (viscido e contropendenza).
Soprattutto in passaggi in contropendenza diminuisce il feeling in caso di perdita d’aderenza andando a sminuire il lavoro svolto dall’unità ammortizzante.
Questo a nostro avviso limita le ottime performance della Sherco.
Unici particolari che desidereremmo di serie è lo spegnimento a bracciale e l’adesivo protezione sulla corona (Sherco per altro ne ha studiato uno dalla grafica molto racing), particolari obbligatori in gara che gli acquirenti richiedono ancor prima di ritirare la moto.
Infine un diverso passaggio del tubo frizione che va spostato quando si vuole agire sul rubinetto della benzina.
Planet Trial propone per il 2016 tre cilindrate, la 125 a 6686 Euro, 250 a 6893 Euro e la versione 300 cc a 7305 euro.
DI SEGUITO TROVERETE COME SEMPRE LA SCHEDA TECNICA E PREZIOSI APPUNTI PER LA MANUTENZIONE
Si ringrazia Planet Trial nella persona di Renato Chiaberto, il Team Rabino Sport Sherco Italia ed in particolare Alex Mondo
Pro Park Genova
F&G Distribution per l'abbigliamento, il paraschiena Mots e i guanti S3
TrialShop per gli stivali Alpinestars
SCHEDA TECNICA SHERCO ST 2016
MOTORE Monocilindrico 2T
CILINDRATA 294,1 cc
SISTEMA DI RAFFREDDAMENTO a liquido
ALESAGGIO e CORSA MOTORE 79 x 60 mm
ALIMENTAZIONE Carburatore Keihin PWK 28
ACCENSIONE elettronica digitale Hidria con doppia mappatura
FRIZIONE A comando idraulico in bagno d'olio
CAMBIO 5 marce
LUBRIFICAZIONE Miscela olio benzina 1,5% olio 100% sintetico
OLIO CAMBIO 550 cc
TELAIO In acciaio al cromo -
SOSPENSIONE ANTERIORE Forcella Tech 39 mm regolabile in compressione ed estensione corsa 165 mm
SOSPENSIONE POSTERIORE Monoammortizzatore regolabile in estensione e precarico molla R16V 175 mm
FRENO ANTERIORE Disco 185 mm flottante, pinza a 4 pistoncini
FRENO POSTERIORE Disco 145 mm, pinza de 2 pistoncini
RUOTA ANTERIORE Dunlop D 803 FGP 80 100 21
RUOTA POSTERIORE Dunlop D 803 GP 120 100 18 tubeless
LEVA AVVIAMENTO alluminio forgiato
Sherco 2016 Dimensioni
ALTEZZA minima da terra 310 mm (2015 identico)
INTERASSE 1.322 mm (2015 identico)
ALTEZZA SELLA 685 mm (2015 645 mm)
CAPACITA’ SERBATOIO 2,4 l (2015 2,3l)
PESO
68 kg (2015 70,5 kg)
Sherco ST 300 2016 Tarature e info test
Temperatura 17 °C, altezza 800 -
Pressione pneumatici Dunlop Anteriore 0,45 bar , Posteriore 0,35 (0,32 a fine test come indicato nell'articolo) bar
TARATURE SOSPENSIONI
Forcella (Tech 39 mm)
Estensione Registro chiuso 22 clic da registro tutto aperto
Compressione Avvitare di 8 giri da registro tutto svitato
Ammortizzatore posteriore R16V
Registro estensione da tutto chiuso svitare 2 giri
Precarico molla 126 mm valore riferito alla lunghezza della molla
Molla standard 6,8 k
TARATURE CARBURATORE
KEIHIN PWK 28
Getto minimo 45
Getto massimo 125
Valvola gas 4
Spillo JJH su 3 tacca a partire dal basso
Vite aria aperta da 1 giro a 1 giro e ½