Menu principale:
19 Febbraio 2015
Visita stabilimento Betamotor
Superando la porta a vetri ad accoglierti c'è un motore incastonato in una nicchia.
E' così da quando è stata costruita la nuova struttura degli uffici.
Nella parete di fronte due gigantografie e alcune delle moto da trial che hanno reso celebre la Beta, a pochi centimetri la 250 Rally del 1986 insieme al 250 cross del 1976.
Ma è guardando i modelli stradali che ci è balzata un idea in testa, davanti alla MT 175 utilizzata nei campionati italiani di velocità (dal 1952 al 58) e alla Italjap 125 (1946) da il benvenuto il ciclomotore Cervo 48, lanciato sul mercato nel 1946 e prima motocicletta prodotta da Beta.
Quel ciclomotore potrebbe essere stata l'ispirazione, più di mezzo secolo dopo, per la nascita del “single frame” andato in serie nel 2009 sulle Evo, rivisitazione in chiave moderna del trave che unisce la zona pedali al canotto di sterzo con funzione di serbatoio del Cervo.
Inoltre nel 2014 proprio il Cervo potrebbe aver ispirato anche la verniciatura del telaio bianco delle Trial Factory.
Non sappiamo e mai sapremo probabilmente se abbiamo ragione a pensare questo ma...
Quello che vi stiamo per far conoscere è la Beta, azienda nata a Firenze nel 1904 con il nome di "Società Giuseppe Bianchi" per la costruzione di biciclette artigianali.
Ad accompagnarci nel nostro viaggio è stato Franco Degli Innocenti, una delle persone che meglio conoscono la Beta, il quale ci ha guidato in questo tour alla scoperta dello stabilimento di Rignano sull'Arno.
E' nella sala espositiva che inizia il racconto di come è nata la Beta.
“Sul finire degli anni '40, con l'evolversi della società italiana e lo sviluppo della motorizzazione, si trasforma in vero e proprio costruttore di motocicli con l'applicazione di un motore con trasmissione a rullo ad una delle biciclette prodotte.
Dalle iniziali dei due soci Enzo Bianchi e Arrigo Tosi nasce il marchio Beta con cui da lì in poi verranno commercializzate le moto dell'azienda.
Successivamente il figlio di Enzo, Giuseppe, coltivando la passione del padre conseguì la laurea in ingegneria e fu lui ad aprire lo stabilimento di Rignano per produrre moto da cross (SIM Società Italiana Motocicli fu il nome iniziale).
La Beta produceva a Firenze i ciclomotori mentre i motocicli nascevano a Rignano, questo per alcuni anni, dopo di che tutto si spostò nella struttura attuale.
Prima della crisi degli anni ottanta a Rignano lavoravano circa 130 persone, il difficile momento portò ad una riduzione dell'organico che scese fino a 25 dipendenti, in questo frangente fu il trial a dare l'avvio alla ripresa.
Oggi Beta è un'azienda che produce circa 12000 moto l'anno e motori per altre aziende, conta 115 dipendenti (compreso il personale che lavora nei team impegnati nel mondiale), il presidente è Giuseppe Bianchi e il figlio, il dottor Lapo Bianchi, rappresenta la quarta generazione con il ruolo di amministratore delegato. “
Osservando il tetto dell'azienda si può notare che sono presenti i pannelli fotovoltaici.
“Da qualche anno tutto il fabbisogno energetico di Beta è autoprodotto dai pannelli solari e l'energia creata è addirittura superiore a quella richiesta dallo stabilimento.”
Passiamo ora al ciclo produttivo.
“Il materiale giunge al Magazzino arrivi, il passo successivo è il passaggio nell'ufficio qualità che verifica il prodotto e successivamente dopo l'ok, viene contato per poi essere trasferito nei magazzini semilavorati (forcelle, ammortizzatori, casse filtro ed altri particolari per farvi degli esempi ndr), o in quello delle lavorazioni meccaniche dove, vengono stoccati i particolari che necessitano di una lavorazione prima del montaggio.
Seguendo le distinte base che, vanno di pari passo con il programma di produzione, i magazzinieri prelevano il materiale ed i carrellisti vanno ad alimentare i vari settori della produzione.”
La produzione.
“Per migliorare il ciclo produttivo vi sono delle aree di pre montaggio dove alcuni lavori vengono svolti in maniera più agevole in postazioni fisse (Franco Degli Innocenti è la persona che studia i sistemi per migliorare tempi e metodi di lavoro ndr), ciò permette di non “ingolfare” troppo la linea di montaggio, terminata questa fase i vari componenti vengono spostati a bordo linea per il montaggio.”
In queste aree prendono forma, serbatoi con le fiancatine, telaietti delle moto da enduro, vengono adesivate le pastiche, sui manubri vengono applicati alcuni particolari, avviene il pre montaggio dei motori, dei carter dove vengono inseriti i cuscinetti, per i propulsori a 4 tempi vi è un banco di registrazione delle valvole con un computer a verificare che il componente risponda ai valori di riferimento, lo spurgo degli impianti frenanti (in circa tre minuti viene spurgata una coppia di impianti prima creando io vuoto per eliminare l'aria e successivamente viene introdotto il liquido freni).
“Esistono due linee di produzione motori, in una nascono le unità trial, CR 85 per Ktm, nell'altra invece i propulsori 2 e 4 tempi dell'enduro.
Terminato l'assemblaggio viene stampigliato il numero di serie prima di andare al collaudo, dove vengono verificati diversi parametri come ad esempio potenza e coppia.
Di pari passo al motore il telaio viene premontato e punzonato prima di essere trasferito alla linea di montaggio.”
“Arrivati a bordo linea di montaggio, i vari componenti si uniscono e qui prende forma la moto che, al termine viene controllata e testata prima di passare al magazzino dove, verrà imballata per essere spedita ai concessionari o importatori.”
Il nostro viaggio termina in questa grande area dove possono essere stoccate 1500 moto, ultima curiosità è quella di 30 versioni del modello trial per rispondere alle varie omologazioni delle nazioni dove l'azienda di Rignano sull'Arno è presente.
Unico reparto no limits e con accesso controllato da porta con codice è il Reparto Corse dove prendono forma le Beta del domani.
Testo Christian Valeri
Foto Christian Valeri
Foto dall'elicottero per gentile concessione di Betamotor
Ringraziamo:
Franco Degli Innocenti per la disponibilità nel condurci ed illustrarci lo stabilimento Betamotor.
La famiglia Bianchi titolare Betamotor e Marco Morgione per aver organizzato la nostra visita.